Unico romanzo di Poe, scritto nel 1837 sull’onda dell’interesse suscitato dalle grandi spedizioni antartiche, la storia di Gordon Pym unisce le suggestioni classiche dell’avventura della grande tradizione letteraria marinaresca ai deliri inquieti di una fantasia “decadente”. In una prosa che pagina dopo pagina si fa più febbricitante, i motivi classici del genere – ammutinamenti, tempeste, naufragi, isole misteriose – vengono contaminati da una vena di orrore che rende il viaggio del protagonista una terribile discesa agli inferi e la lotta per la vita una vera iniziazione alla morte. Le peripezie del giovane Arthur Gordon Pym altro non rappresentano se non il viaggio di Edgar Allan Poe nell’antro tenebroso della sua anima. Non è difficile capire dunque perché grandissimi scrittori di mare come Stevenson, Melville, Conrad e Verne si siano lasciati profondamente suggestionare da questo romanzo, considerato uno dei momenti più alti della letteratura fantastica moderna.