Che Garibaldi fosse presidente di una società spiritica e Mazzini un sostenitore della reincarnazione non si impara sui libri di scuola. Eppure anche loro vissero la sete di soprannaturale che ha investito l'ultimo secolo e mezzo e ancora non si è spenta. Difatti, dal 1848, comincio ad aggirarsi per l'Occidente ben più di uno spettro, e non necessariamente comunista: anzi, il primo poltergeist fu di un piazzista, americano DOC, rimasto su questa terra a rivendicare giustizia per il suo assassinio. Da quel momento fu tutto un batter colpi, accompagnato da sparizioni e spostamenti di oggetti, sedie e tavolini volanti, che fuoriuscirono presto dall'ambito privato per riempire piazze e teatri, fra magnetizzatori e sonnambule, medium, veggenti, mesmeristi e aspiranti profeti specializzati in spettacoli di lettura dcl pensiero, trance catalettiche e guarigioni miracolose. E le nuove scienze in formazione, ripudiate streghe, incantesimi e arcani, si fecero largo fra i recenti fenomeni a suon di esperimenti e teorie, baldanzosamente pronte, in nome del progresso, a investigarli in modo razionale: da Lavoisier a Benjamin Franklin, da Faraday a Mendeleev fino ai giorni nostri, quanti hanno indagato su ectoplasmi e "residui psichici"? E con che mezzi? E quali antenati accomunano l'ipnosi di Charcot e Freud e le convinzioni spiritiste di Lombroso, Conan Doyle e Bergson? Questo saggio indaga sui legami e le connessioni tra i sensitivi e il mondo scientifico, artistico e letterario fra 800 e 900.